Riceviamo da Daniele Segnini e pubblichiamo con piacere : “Il Volley Amatoriale ….. come e perché”.

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Lunedì 12 ottobre sono ripresi gli allenamenti presso la Palestra di via Fratelli Bandiera per il gruppo amatoriale “puro”; volendo un po’ scherzare, questo aggettivo “puro” ci dovrebbe ricordare cha la parola “sport” può essere declinata in tanti modi: sport professionistico, sport giovanile, sport riabilitativo e, naturalmente, sport amatoriale. Tante definizioni, ma in fondo un unico concetto: un gioco motorio orientato all’agonismo. Niente di più, niente di meno. Ci deve essere competizione, ci deve essere movimento, ma in fondo “deve rimanere un gioco”, altrimenti diventa un’altra cosa.  

Da un punto di vista sociale lo sport amatoriale è probabilmente lo sport più importante, perché permette di fare movimento ad una fascia molto vasta di popolazione; si tratta, infatti, di un’attività adatta ed accessibile – anche in termini di tempi e costi - alle reali possibilità di tutti, di chi lavora e di chi studia, di chi se lo può permettere e di chi non ha abbastanza risorse. Favorendo la diffusione dello sport amatoriale sicuramente miglioriamo la società in cui viviamo. In questo senso la pallavolo amatoriale ha una marcia in più, perché permette di fare integrazione al massimo livello: tra chi sa giocare bene e chi ha poca esperienza, tra chi ha lasciato da poco l’agonismo e chi ha giocato decenni prima, ma soprattutto tra persone di estrazione sociale diversa, nazionalità ed addirittura sesso, come avviene nella pallavolo amatoriale mista.  Integrazione, dunque, ma anche molte altre cose, in particolare salute: investire sullo sport amatoriale significa ridurre i costi della sanità, perché lo sport – ben strutturato e seguito da personale specializzato - è un farmaco, un farmaco potente e senza effetti collaterali. Lo sport, infine, è  educazione e cultura, perché  richiede grande capacità di imparare e di rispettare l’altro, sia avversario, sia compagno di squadra . Se l’agonismo e la ricerca della vittoria a tutti i costi sembrano, la nota dominante dello  sport-spettacolo e dello sport competitivo, lo sport amatoriale dovrebbe ricordare sempre che la competizione nello sport esiste ed è sana, ma è rivolta soprattutto verso noi stessi ed i nostri limiti. Lo sport amatoriale, dunque, può darci tanto, ma non può darci tutto. Innanzitutto, non può essere il “riscatto” o la prosecuzione di un passato agonistico: chi ha giocato, in tempi remoti o fino a pochi anni fa, nello sport competitivo, ha avuto la possibilità di dimostrare il proprio valore, in campionati ufficiali, assemblati con giocatrici/giocatori della propria categoria; se oggi si ritrova in un gruppo amatoriale, ha con sé persone con capacità assai eterogenee - dagli ex-giocatori a persone che vogliono riprendere la pallavolo delle scuole –  che chiedono di passare una serata diversa, ma ricca di divertimento e di impegno. Chi ha più esperienza deve adeguarsi al livello di chi ne ha meno, non il contrario; chi ha meno capacità potrà e dovrà impegnarsi al massimo, ma difficilmente raggiungerà il livello di chi ha giocato molti anni. Lo sport amatoriale, inoltre, non può essere un “risarcimento” alle nostre vicende, umane o lavorative; due ore di buona pallavolo amatoriale possono sicuramente aiutare la nostra autostima, il rispetto per noi stessi e per le nostre capacità, ma rimangono due ore di sport; le cose che non vanno dobbiamo affrontarle nei luoghi opportuni: lo sport non ha questa capacità magica. Vorrei  ricordare, in conclusione, quanto è importante nello sport dare valore a ciò che ci unisce – la passione per la pallavolo, il piacere di stare insieme, il cercare di essere dei buoni modelli per i nostri figli o per altre persone - superando le piccole cose che ogni tanto creano divisione e dissapori. Doveroso alla fine un grande ringraziamento all’A.S.D.Volley Ladispoli ed al Presidente Mauro Scimia, perché investono e credono nello sport, facendo cultura ed educazione con lo sport giovanile, ottenendo grandi risultati nel volley agonistico e permettendo che realtà amatoriali come la nostra siano un momento di integrazione, divertimento ed esempio per i nostri figli.  (Daniele Segnini)    

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